Intervista a Barbara Di Pietro, europrogettista e docente del master in Europrogettazione organizzato da Superficie 8.
Quali sono le capacità che deve avere un buon Europrogettista?
E ancora, quali consigli si possono dare a chi decide di intraprendere questa professione?
Oggi lo abbiamo chiesto a Barbara Di Pietro progettista e coordinatrice di progetti europei dal 2010 e docente del Master in Europrogettazione, organizzato da Superficie 8. Ecco cosa ci ha risposto.
Allora Barbara, quando hai iniziato la tua carriera professionale di Europrogettista?
Ho iniziato grazie ad un progetto Erasmus in Francia e un Leonardo a Londra. Poi durante gli studi universitari ho frequentato un tirocinio di 5 mesi all’estero. Un tirocinio che è proseguito con un’esperienza di lavoro a Londra di 5 anni.
Sono stati 5 anni bellissimi: un continuo scambio di esperienze di vita, culturali e lavorative. Uno scambio che ha allargato non solo i confini fisici ma anche quelli mentali. Il mio viaggio da Europrogettista è iniziato così.
Quali sono secondo te le capacità che deve avere un buon Europrogettista?
Un’elevata capacità di analisi e ricerca e buonissime capacità relazionali: queste sono le capacità chiave che, secondo me, dovrebbe possedere un buon Europrogettista.
Il segreto, quindi, sta nella duttilità, nella curiosità e nella capacità di networking e la vera essenza nella passione, ovvero, nel credere fermamente che solo grazie alla condivisione in un progetto comune e partecipato si possa raggiungere lo sviluppo sostenibile.
Cosa consiglieresti ai giovani che decidono di intraprendere questo tipo di percorso professionale?
Consiglierei di formarsi perché la formazione è fondamentale per crescere e prepararsi ad affrontare le sfide che questa professionalità, come qualunque altra, ti richiede di affrontare. La formazione è fondamentale per informarsi sulle possibilità offerte dall’Unione Europea e orientarsi fra i bandi ma soprattutto per acquisire quelle metodologie e quegli strumenti che sono alla base della progettazione europea. E poi naturalmente consiglierei una formazione che contempli il giusto mix tra teoria e pratica.
So che adesso sei impegnata con il progetto TastyCheeseTOUR. Un bellissimo progetto che si propone di valorizzare il mercato del formaggio. Ci dici brevemente di cosa si tratta?
Sì. Pensa che in Europa esistono circa 240 tipi di formaggio con diversi livelli di certificazione (DOP Denominazione di Origine Protetta, STG Specialità Tradizionale Garantita o IGP Indicazione Geografica Protetta) e che il mercato del formaggio è uno dei più grandi al mondo.
TastyCheeseTOUR si propone di sviluppare percorsi/itinerari integrati nelle regioni rurali e poco sviluppate che producono formaggi di alta qualità partendo da 6 paesi in Europa: Bulgaria, Italia, Lettonia, Malta, Slovenia e Spagna.
Partiremo dalla ricca tradizione casearia nelle regioni partner e la trasformeremo nel volano di sviluppo del turismo rurale, favorendo la creazione di un prodotto turistico sostenibile integrato che promuova e valorizzi non soltanto la filiera del formaggio ed i prodotti enogastronomici ma anche il territorio, attirando visitatori e migliorando la loro esperienza rurale e culinaria.